Presto ritornerò a questa lieta Firenze, dove solamente posso vivere.
P.Giordani

lunedì 9 marzo 2015

Via dei Calzaiuoli

E' sicuramente la via più centrale e tra le più eleganti di Firenze, meta costante di un intenso traffico pedonale. 
La strada, lunga circa quattrocento metri, è priva di marciapiedi, visto che si trova oramai da moltissimi anni in zona pedonale e lungo i suoi lati si trovano molti dei negozi più eleganti di Firenze.



Prima del XV secolo, la via era stata ripartita in segmenti più piccoli che avevano preso i nomi  dalla loro vocazione commerciale o dalle famiglie di appartenenza quali: Via dei Cacioli (venditori di formaggio), Via de' Banderai, Via de' Bonaguisi (famiglia mercantile dei quali resta ancora il palazzo in angolo con Via Condotta) Via dei Brigliai, il Corso degli Adimari, il Corso dei Pittori.

Tutta la strada è ricca di targhe commemorative.
Al numero 10 un targa ricorda il ritrovamento delle fondamento della cerchia romana di mura avvenuto all'epoca dello sventramento della strada.
Al numero 11 rosso, sul palazzo dei Cavalcanti, si trova una targa dantesca che ricorda i versi dedicati a Guido in un passo dell'Inferno (X, 58-63).
Ai numeri 56-58 una targa ricorda la chiesa di San Bartolomeo, sconsacrata nel 1768 e poi demolita. Un'altra chiesa che ebbe sorte analoga, Santa Maria Nepotecosa, è ricordata al numero 72 rosso.
Al numero 83 rosso, sul muro di una casa, è presente lo stemma di Gualtieri VI di Brienne, l'odiato Duca di Atene che tiranneggiò la città tra il 1342 e il 1343. Fu posto da un suo sostenitore, Cerrettieri Visdomini, e una targa ricorda questa sua sciagurata scelta, indicando come "di mala ambizione tratto, le sue case in onta alla città oppressa, non impunemente contaminava".
Al 97 rosso un'altra targa ricorda il laboratorio di Donatello e Michelozzo, che lavorarono "come fratelli".

Al 105 rosso una lapide rettangolare tramanda il ricordo del Corso degli Adimari e delle case della famiglia. Infine ai numeri 122-124 rosso si trova una grande lapide marmorea che ricorda l'ampliamento della strada tra il 1842 e il 1844 sotto Leopoldo II di Lorena.

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