E' sicuramente la via più centrale e tra le più eleganti di Firenze,
meta costante di un intenso traffico pedonale.
La strada, lunga circa quattrocento metri, è priva di marciapiedi, visto che si trova oramai da moltissimi anni in zona pedonale e lungo i suoi lati si trovano molti dei negozi più eleganti di Firenze.
La strada, lunga circa quattrocento metri, è priva di marciapiedi, visto che si trova oramai da moltissimi anni in zona pedonale e lungo i suoi lati si trovano molti dei negozi più eleganti di Firenze.
Prima
del XV secolo, la via era stata ripartita in segmenti più piccoli
che avevano preso i nomi dalla loro vocazione commerciale o
dalle famiglie di appartenenza quali: Via dei Cacioli (venditori di
formaggio), Via de' Banderai, Via de' Bonaguisi (famiglia mercantile
dei quali resta ancora il palazzo in angolo con Via Condotta) Via dei
Brigliai, il Corso degli Adimari, il Corso dei Pittori.
Tutta
la strada è ricca di targhe commemorative.
Al
numero 10 un targa ricorda il ritrovamento delle fondamento della
cerchia romana di mura avvenuto
all'epoca dello sventramento della strada.
Al
numero 11 rosso, sul palazzo
dei Cavalcanti,
si trova una targa dantesca che ricorda i versi dedicati a Guido in
un passo dell'Inferno (X,
58-63).
Ai
numeri 56-58 una targa ricorda la chiesa
di San Bartolomeo,
sconsacrata nel 1768 e
poi demolita. Un'altra chiesa che ebbe sorte analoga, Santa
Maria Nepotecosa,
è ricordata al numero 72 rosso.
Al
numero 83 rosso, sul muro di una casa, è presente lo stemma
di Gualtieri
VI di Brienne,
l'odiato Duca di Atene che tiranneggiò la città tra il 1342 e
il 1343.
Fu posto da un suo sostenitore, Cerrettieri Visdomini, e una targa
ricorda questa sua sciagurata scelta, indicando come "di
mala ambizione tratto, le sue case in onta alla città oppressa, non
impunemente contaminava".
Al
97 rosso un'altra targa ricorda il laboratorio
di Donatello e Michelozzo,
che lavorarono "come fratelli".
Al
105 rosso una lapide rettangolare tramanda il ricordo del Corso degli
Adimari e delle case della famiglia. Infine ai numeri 122-124 rosso
si trova una grande lapide marmorea che ricorda l'ampliamento della
strada tra il 1842 e
il 1844 sotto Leopoldo
II di Lorena.
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