Presto ritornerò a questa lieta Firenze, dove solamente posso vivere.
P.Giordani

martedì 17 marzo 2015

Piazza della Signoria

 mappa

E' la piazza centrale di Firenze, sede del potere civile con Palazzo Vecchio e cuore della vita sociale della città. A forma di L, si trova nella parte centrale della Firenze medievale, a sud del Duomo e a poche decine di metri dal Ponte Vecchio e dall'Arno.
In passato ha avuto vari nomi, come piazza dei Priori o piazza del Granduca.
L'elemento centrale della piazza è il trecentesco 









Palazzo Vecchio, edificato tra il 1299 e il 1314 per dare una degna sede ai Priori delle Arti, i rappresentanti delle corporazioni professionali che dal 1282 detenevano il Governo della città e che erano soliti risiedere al Bargello.
La tipologia dell'edificio reinterpreta con originalità i caratteri delle strutture fortificate medievali e costituisce un modello per i palazzi pubblici toscani costruiti successivamente.




La Loggia della Signoria, chiamata anche Loggia dei Lanzi (perché vi si accamparono il Lanzichenecchi nel 1527), venne costruita tra il 1376 e il 1381, con funzione di "arengario" coperto, ossia di balcone per arringare la folla durante le cerimonie ufficiali. Dal punto di vista architettonico la costruzione unisce elementi gotici, come i pilastri a fascio e il coronamento traforato, ad elementi di matrice classica come i grandi archi a tutto sesto, secondo la particolare interpretazione fiorentina del linguaggio gotico.
Nel corso del Cinquecento la loggia perse l'originaria funzione, una volta venute meno la struttura democratica, per divenire una sorta di museo all'aperto delle sculture della collezione medicea. Nel 1555 Cosimo I vi pose infatti il Perseo del Cellini e nel 1585 Francesco I vi collocò il Ratto delle Sabine del Giambologna.

Il Tribunale della Mercanzia venne costruito nel 1359 sul luogo dove sorgeva il Teatro Romano, al fine di ospitare la sede del Tribunale della Mercanzia. L'istituto, fondato nel 1308, aveva la funzione di dirimere le controversie tra le diverse Arti o tra gli iscritti delle singole Arti.
Sulla facciata, in alto, vi sono le copie degli stemmi delle ventuno Arti, più quello del Tribunale della Mercanzia, mentre gli originali si conservano all'interno del Palazzo.

Palazzo Uguccioni fu costruito per Giovanni Uguccioni a partire dal 1550.
L'originale architettura di forme classicheggianti presenta affinità con lo stile tardo rinascimentale romano che hanno fatto pensare, nel passato, ad un disegno di Raffaello o di Michelangelo. L'effetto decorativo della facciata del palazzo, peraltro, è da porsi in relazione con la ristrutturazione di Piazza della Signoria voluta da Cosimo I. Per intercessione del Granduca l'Uguccioni ottiene infatti di poter costruire il proprio palazzo più sporgente rispetto a quelli adiacenti. Il piano terreno a bugnato è sormontato da due ordini sovrapposti di colonne ioniche e corinzie binate. Gli alti piedistalli delle colonne sono finemente scolpiti con le insegne e gli stemmi della famiglia: l'ancora e lo scalandrone, una sorta di doppio rastrello che secondo la tradizione rappresenterebbe la scala usata da un Uguccioni, detto perciò Scalandroni, per assaltare le mura del nemico. Sopra il portone d'ingresso campeggia il busto di Francesco I, fatto apporre da Benedetto Uguccioni in segno di devozione verso il Granduca.

Di fronte a Palazzo Vecchio, si trova il Palazzo delle Assicurazioni generali.
Costruito nel 1871 in stile neorinascimentale, i suoi quattro piani invece dei tre canonici tradiscono la modernità della costruzione; altra deviazione dalla tradizione architettonica fiorentina sono i grandi arconi per ospitare fondi commerciali che non lasciano spazio alla tradizionale panca di via. Ospita il caffè storico Rivoire.



Le statue di Piazza della Signoria non sono solo un insieme decorativo di altissimo livello, ma rappresentano anche un vero e proprio ciclo allegorico laico, unico nel suo genere al mondo, che avrebbe dovuto ispirare i governanti della città che si recavano a Palazzo Vecchio.
Proprio davanti al Palazzo, sul cosiddetto "arengario" si trovano le sculture più antiche, che un tempo si trovavano più avanti verso la piazza: sono il Marzocco e la Giuditta e Oloferne *(1455-60 circa), entrambe opera di Donatello, sostituite da copie per la loro preziosità.

* Il Marzocco in pietra serena è un leone possente che poggia una zampa sull'emblema con il giglio fiorentino, ed è ormai diventato un simbolo della città.
La Giuditta di bronzo è un simbolo dell'autonomia politica della Repubblica Fiorentina. Fu infatti saccheggiata dal Palazzo Medici dopo la prima cacciata dei Medici (1495) dove ornava una fontana del giardino, e simboleggia quindi la vittoria del popolo contro i tiranni.
Al ritorno dei Medici, sebbene gran parte del loro patrimonio fu riacquistato e riunito di nuovo nelle collezione della casata, la Giuditta rimase in Piazza per non offendere la sensibilità del popolo.



















Il David di Michelangelo, oggi sostituito da una copia messa nella collocazione originaria della famosa scultura, fu realizzato attorno al 1500 quando infuriava la stagione savonaroliana, e il suo significato è quello ancora del popolo (simboleggiato da Davide) che, con l'aiuto di Dio, sconfigge il tiranno (Golia). La grandezza della scultura di Michelangelo è ancora più notevole se confrontata con le opere di Donatello e questo "gigantismo" diede il la a tutte le altre statue che furono in seguito collocate in piazza. 















Continua il tema politico il Perseo di Benvenuto Cellini nella Loggia dei Lanzi, commissionato da Cosimo I dopo il reinsediamento della casata dei Medici a Firenze nel 1531Perseo alza la testa della sconfitta Medusa dalla quale escono i serpenti, chiaro simbolo del "taglio netto" con l'esperienza repubblicana, tristemente nota per le proverbiali discordie cittadine che avevano da sempre minato una vera democrazia.







L'Ercole e Caco di Baccio Bandinelli (1533) si trova accanto al David e rappresenta la vittoria con la forza e l'astuzia contro i malvagi, in una simbologia tratta dalle Dodici fatiche




















Ai lati dell'ingresso principale di Palazzo Vecchio troviamo i due Termini marmorei, quello maschile di Vincenzo de' Rossi e quello femminile di Baccio Bandinelli che riprendono una tipologia della statuaria classica. Raffigurano i coniugi Filemone e Bauci, che secondo la leggenda furono trasformati da Giove lui in quercia e lei in tiglio, per questo esemplari del reciproco amore. Originariamente sostenevano una catena che veniva posta a sbarramento dell'ingresso.








La Fontana del Nettuno di Bartolomeo Ammannati (1563-1565) e di alcuni suoi allievi, tra i quali il Giambologna, è la prima fontana pubblica di Firenze. Il grande Nettuno in marmo bianco non è molto amato dai fiorentini che lo chiamano Biancone (celebre l'epitomo espresso dal popolo all'inaugurazione della statua nel 1565 "Ammannato Ammannato, che bel marmo hai rovinato!").




Numerosi sono gli aneddoti riguardanti la piazza,anche perché è stata il centro della vita cittadina da secoli:


  • Dietro alla Fontana del Nettuno, sull'angolo di Palazzo Vecchio, è posta una lapide che a chiare lettere ricorda come gli Otto di Guardia e Balia(gli antesignani del corpo di polizia municipale, operativi dal Cinque al Settecento) proibivano a chiunque di sciacquare panni e fare altra sporcizia nella fontana, pena una multa pecuniaria o, per chi non potesse pagare, il temuto supplizio dei tratti di fune (la sollevazione del corpo da una corda legata alle mani incrociate dietro la schiena, che portava a danni permanenti a braccia e spalle).
  • Sull'altro angolo di Palazzo Vecchio, verso gli Uffizi, un profilo maschile detto l'"Importuno", è appena sbozzato su una pietra del bugnato angolare, secondo la leggenda un'opera estemporanea di Michelangelo Buonarroti, eseguita addirittura di schiena.
  • Su un palazzo vicino ai caffè sul lato nord è presente una complicata meridiana ottocentesca, che indica il mezzogiorno esatto, inteso come l'istante in cui il Sole raggiunge la massima altezza, che a Firenze avviene una decina di minuti dopo le dodici (le tredici se è in corso l'ora legale).

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