E' una scultura marmorea
(h.
226 cm) di Michelangelo
Buonarroti,
databile al 1547-1555
circa.
Si tratta di una delle ultime sculture
prodotte dall'artista.
La
serie delle Pietà
senili di Michelangelo fu avviata in un periodo di grande sconforto
dell'artista, dopo la scomparsa dell'amica Vittoria
Colonna nel
1547,
quando ormai settantenne sente avvicinarsi la morte e inizia a fare
progetti per la propria sepoltura.
Sebbene
già celebrato come maggior artista vivente, nonché molto ricco,
viveva poveramente in una piccola casa nel centro della città,
spinto alla semplicità dal suo profondo senso religioso e forse da
un'avarizia compulsiva. Alla scultura si dedicava sempre più
sporadicamente, e quasi esclusivamente a titolo personale, non per
opere commissionate.
l
tema ricorrente era, appunto, quello della Pietà,
destinato alla propria tomba.
Questa iconografia religiosa, contaminata con quella
della Deposizione
dalla Croce e
della Sepoltura
di Cristo,
si adattava bene a un'intensa meditazione sul tema della Redenzione,
del Sacrificio di Cristo e della Salvezza.
La Pietà detta
poi "Bandini" fu probabilmente scolpita a partire proprio
dal 1547, e incontrando dall'inizio notevoli difficoltà.
Secondo
A. Parronchi il blocco usato era uno di quelli avanzanti per la tomba
di Giulio II.
Questo blocco, come ricorda anche Vasari,
era pieno di impurezze ed estremamente duro, tanto che al contatto
con lo scalpello emetteva nugoli di scintille.
Nel
1553
era
sicuramente ancora in lavorazione, quando Vasari, recandosi una sera
a visitare l'artista, ebbe l'impressione che Michelangelo esitasse a
mostrargliela poiché in corso d'opera, facendo cadere forse di
proposito la lucerna, che si spense.
Chiamato il servitore per farsene portare un'altra, si lamentò di
essere ormai tanto vecchio da sentirsi tirare "per la cappa"
dalla morte "per farmi andare con lei, e questa mia persona
cadrà un giorno come questa lucerna, e sarà spento il lume della
vita".
L'episodio testimonia le crisi
depressive del Buonarroti che nel corso degli anni erano diventate
abituali e sempre più gravi e che, verso il 1555,
portarono l'artista a tentare di distruggere la statua.
Quell'anno
o poco prima infatti dovette essere terminata una prima versione
della Pietà,
che venne copiata da Lorenzo
Sabatini (statua
oggi nella sagrestia di San
Pietro).
Tentando
in seguito di variare la posizione della gambe di Cristo, una
venatura nel marmo ne provocò la rottura, suscitando una grande
frustrazione nell'artista, aggravata dalle continue sollecitazioni
dell'Urbino a finire la scultura, tanto che Michelangelo, ormai fuori
di sé, la prese a martellate, rompendola in più punti: segni di
rottura si vedono ancora oggi sul gomito, sul petto, sulla spalla di
Gesù e sulla mano di Maria; la gamba sinistra di Gesù, che avrebbe
dovuto accavallarsi a quella di Maria, è completamente assente. Una
parte della gamba mutila si trova menzionata nell'inventario dei beni
di Daniele
da Volterra ("ginocchio
di marmo di Michelagniolo"), ma da allora se ne perdono le
tracce.
L'opera,
ormai inutilizzabile, venne venduta nel 1561
allo
scultore e architetto fiorentino Francesco
Bandini per
duecento scudi, tramite l'intermediazione dell'allievo Tiberio
Calcagni,
che si offrì di restaurarla e integrarla con la Maria
Maddalena alla
sinistra, di evidente scarto qualitativo inferiore e sproporzionata.
Alla
morte dell'artista nel 1564,
si provò senza successo a portare la statua a Firenze per la
sepoltura di Michelangelo in Santa
Croce.
Restò invece nella vigna dei Bandini a Montecavallo.
Nel 1674
venne
poi acquistata dal granduca Cosimo
III de' Medici e
portata a Firenze. Egli la
destinò ai sotterranei di San
Lorenzo,
luogo di sepoltura di casa Medici.
Nel 1722
venne
poi trasportata in Santa
Maria del Fiore.
Descrizione
Questo
soggetto prevede solitamente il corpo morto del Cristo
che
viene tolto dalla croce e posto nel sepolcro dalla Madonna
o
dai discepoli.
È forse il momento più drammatico dei Vangeli, perché le persone vicine al Cristo ne constatano la morte. Molti artisti hanno comunque raffigurato questa scena con personaggi sereni, consapevoli della resurrezione imminente, e lo stesso Michelangelo in gioventù aveva scolpito la celeberrima Pietà di San Pietro senza accenti drammatici, sottolineando soprattutto la bellezza dei corpi e il suo virtuosismo nel rappresentarli. Nella vecchiaia invece sente ormai il peso della morte che si avvicina e sottolinea sempre di più i risvolti psicologici e tragici nelle sue opere, trasmettendo le sue angosce ai personaggi raffigurati.
È forse il momento più drammatico dei Vangeli, perché le persone vicine al Cristo ne constatano la morte. Molti artisti hanno comunque raffigurato questa scena con personaggi sereni, consapevoli della resurrezione imminente, e lo stesso Michelangelo in gioventù aveva scolpito la celeberrima Pietà di San Pietro senza accenti drammatici, sottolineando soprattutto la bellezza dei corpi e il suo virtuosismo nel rappresentarli. Nella vecchiaia invece sente ormai il peso della morte che si avvicina e sottolinea sempre di più i risvolti psicologici e tragici nelle sue opere, trasmettendo le sue angosce ai personaggi raffigurati.
Questa
scultura in marmo raffigura Gesù privo di sensi adagiato sulla
Madonna che lo sorregge, con l'aiuto di Nicodemo,
in alto, e della Maddalena a sinistra.
Essi formano una composizione di
forma piramidale, col corpo inerte di Cristo che, con le sue linee
oblique, è il fulcro dell'intera rappresentazione
e
sembra scivolare verso il basso, in un moto enfatizzato dalla
torsione del busto e l'andamento a zigzag della gamba.
Il braccio destro,
sollevato da Nicodemo, va a toccare la spalla della Maddalena, quello
sinistro invece pende inerte davanti a Maria e occupa il centro della
composizione proseguendo la verticale di Nicodemo.
La mano destra di Cristo è girata in fuori, uno stilema usato dall'artista per simboleggiare l'abbandono del corpo nel sonno o nella morte. Il ritmo discendente appare equilibrato da un andamento circolare, quasi rotatorio, che va da sinistra verso destra: la testa reclinata di Gesù infatti, quasi fusa con quella di Maria, genera una linea di forza che prosegue nel braccio destro di Cristo e da qui al bracco della Maddalena che va a chiudere un'ellissi con l'altro braccio di Gesù. Una tale ricchezza compositiva dà al gruppo una forte animazione spirituale, che trascende le lacune e le integrazioni, annullando quasi la materialità del marmo e facendone materia viva e pulsante.
La mano destra di Cristo è girata in fuori, uno stilema usato dall'artista per simboleggiare l'abbandono del corpo nel sonno o nella morte. Il ritmo discendente appare equilibrato da un andamento circolare, quasi rotatorio, che va da sinistra verso destra: la testa reclinata di Gesù infatti, quasi fusa con quella di Maria, genera una linea di forza che prosegue nel braccio destro di Cristo e da qui al bracco della Maddalena che va a chiudere un'ellissi con l'altro braccio di Gesù. Una tale ricchezza compositiva dà al gruppo una forte animazione spirituale, che trascende le lacune e le integrazioni, annullando quasi la materialità del marmo e facendone materia viva e pulsante.
La
drammaticità sprigiona infatti più dalla dinamica disposizione
delle figure, che dalle espressioni, piuttosto serene: Charles
de Tolnay lesse
in ciò un processo di accettazione psicologica della morte.
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